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Fenomeno Gervinho


Il Messaggero (A.Angeloni) – L’immagine più divertente dell’estate, o almeno di una parte, è sicuramente questa: Gervinho all’aeroporto, in partenza da Roma, sommerso da valigioni, da amici, parenti, passanti. Pronto a lasciare la capitale. Quell’attimo sembrava definitivo, non si poteva immaginare che quella partenza nascondesse una data di ritorno. Anzi, viaggio di sola andata, con applausi a scena aperta di chi vedeva in lui uno dei maggiori problemi della Roma dell’ultima stagione.
Gervinho non è la peste, ma qualche guaio lo scorso anno lo ha combinato: direttamente o indirettamente. Appoggiato, e questo è stato il rimprovero (non certo pubblico) della società e della squadra, dal suo allenatore. La squadra sì, infuriata, ad esempio, dopo aver visto in campo Gervinho (e Doumbia) contro il Parma, proprio lui che ancora doveva digerire i bagordi post coppa d’Africa, durati più del dovuto, e un viaggio di ritorno appena terminato. Gervinho doveva partire ed era praticamente andato, nonostante la volontà contraria dell’allenatore, lui sì lo ha sempre difeso davvero.
Il club a giugno aveva trovato la gallina dalle uova d’oro: una quindicina di milioni per salutare l’ivoriano, che si stava per accasare ad Al Jazeera. Una barca di soldi per lui e per il club. Poi? Abbiamo scherzato e riecco Gervinho, con le stesse valige di prima, con la stessa tendina che gli copre il capo, con il solito sorriso e quella voglia di galoppare appresso a un pallone. Eccolo di nuovo a Trigoria, al seguito di Rudi. S’è detto che aveva chiesto la luna ad Al Jazeera, come si è parlato di richiesta crescente dellaRoma. Non lo sapremo mai a che punto comincia la verità e dove termina la leggenda, ma la realtà è che Gervais era il primo ceduto e oggi è il primo degli inamovibili.
BIGLIETTO APERTO – È tornato e potrebbe ripartire, questo è stato riferito all’allenatore. Che una cosa la fa ancora: lo manda in campo sempre, facendo capire a tutti (società compresa) che «Gervinho è sempre lo stesso: perfetto per il nostro gioco»e che, almeno lui, non ne vuole fare a meno, con tutti i suoi pregi e difetti. Gervinho è quello che ti fa arrabbiare perché sbaglia una gol davanti alla porta, non lo capisci perché sta sempre per conto suo e sembra socializzare poco con il mondo esterno, resto della squadra, tifosi etc. Parla poco l’italiano, non appare integrato nella realtà romana. E’ uno dei pochi a cui non è stato dato l’appellativo (rovina giocatori) di romano e romanista. Diciamo che è un “professionista” redeuce da un’annata spesa in altre faccende. Ma da gennaio in poi, nonostante il rendimento non fosse all’altezza, era sempre presente tra i titolari. Non bene.
 
TOUR DE FORCE – Da Pinzolo a oggi, passando per Australia e Indonesia, la Romaha giocato sei amichevoli: una in Trentino, due in Australia, una a Lisbona, una aBarcellona e una a Valencia. Bene. Gervais, di queste, ne ha giocate cinque da titolare. Garcia non vuole farsi scappare il suo pupillo e sta impiegando questo tempo per far smaltire alla squadra i problemi dello scorso anno. Gervais si è rimesso in riga, non ha fatto una piega. Si è messo al lavoro ed oggi è uno dei più in forma. Man of the match, per quello che conta, sia con il Real alla prima uscita vera e sabato a Valencia.
Una rete e mezza al Mestalla. Sono arrivati altri esterni (Salah e Iago Falque), arriva il centravanti (Dzeko), ma se Garcia deve rinunciare a uno già in rosa non ci penserà due volte a dire, non Gervinho. E’ così, piaccia o no. Questo non vuol dire che l’ala ivoriana resterà sicuramente alla Roma, vuol dire che Rudi non accetterebbe con piacere una sua cessione. Il messaggio sembra sufficientemente chiaro: 45 minuti alla prima aPinzolo contro il Giyrmot, 45’ con il Real a Melbourne, lo stesso minutaggio e sempre da titolare con il City, poi a Lisbona, l’unica nella quale non è partito negli undici, ha giocato un’ora, infine 65’ contro il Barcellona e 70’ con il Valencia.
Eppure, oggi, se arriva un’offerta degna, Gervinho riprepara le valige e correrà dietro un’altra avventura. Garcia sarà un po’ meno felice, qualcun altro stapperà bottiglie diChampagne. «Occhi a questo Gervinho», andava ripetendo il telecronista di Roma tvdurante la sfida di Valencia. Occhio sì, bisogna sapere che ne pensa Gervinho e/o chi ha provato a cederlo.

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